Scegliere uno psicoterapeuta non è semplice, i dubbi e le perplessità potrebbero essere molteplici e magari si vorrebbe avere per se stessi lo psicoterapeuta infallibile. E’ bene ricordare che la psicoterapia è un lavoro che è basato sulla collaborazione e richiede la partecipazione attiva del paziente stesso. Lo psicoterapeuta competente aiuta la persona a ritrovare le radici dei propri blocchi e conflitti, in modo che la persona raggiunga il cambiamento desiderato ed una crescita personale. Ciò che conta in questo percorso è soprattutto una buona alleanza di lavoro tra il professionista e la persona, tuttavia la preparazione professionale ed etica dello psicoterapeuta non può prescindere da alcune caratteristiche.
Le caratteristiche principali di un buon psicoterapeuta sono:
- “essere laureato in medicina o psicologia, o comunque essere iscritto all’ordine dei medici e degli psicologi;
- aver frequentato e completato una scuola di specializzazione post-universitaria in una delle forme di psicoterapia accreditata;
- svolgere uno o più colloqui di orientamento;
- informare chiaramente durante tali colloqui sulla propria opinione circa i problemi del paziente e su quanto necessita fare (es. una psicoterapia, da sola o congiuntamente a dei farmaci);
- affrontare il rapporto con il paziente con discrezione e nei limiti di un rapporto esclusivamente professionale;
- esporre con precisione quanto il paziente deve tenere in considerazione nei termini di un impegno da parte sua”.
Come valutare invece quando uno psicoterapeuta si rapporta in modo poco professionale al suo futuro paziente?
- “di fronte alla richiesta circa la natura dei propri problemi e sui risultati che ci si potrebbe aspettare da uno psicoterapeuta, le risposte sono evasive, vaghe: lo psicoterapeuta da l’impressione di non volersi impegnare, né compromettere;
- al contrario le risposte sono improntate a un tono illusorio: la guarigione viene garantita o data per scontata;
- il tono dell’incontro diviene immediatamente confidenziale e cameratesco: si passa subito al “tu”, e in sostanza il terapeuta fa capire di essere una sorta di “amicone” del quale ci si può tranquillamente fidare;
- durante il colloquio si fanno nomi di altri pazienti;
- viene detto o fatto capire che si potrà uscire dai confini di un rapporto professionale: non è necessario arrivare a un invito a cena esplicito, ci sono tanti modi per lasciare intendere!
- viene espresso un atteggiamento svalutativo o denigratorio verso altri colleghi o altre psicoterapie: un terapeuta serio non si pronuncia su quanto non conosce in prima persona, ed è comunque rispettoso del lavoro altrui”.
Cosa richiede lo psicoterapeuta?
- “la disponibilità ad entrare in un lavoro su se stessi in cui l’effetto immediato, per come ce lo si può aspettare da un farmaco, va dimenticato: il conoscere se stessi ha tempi adeguati. Soprattutto, lo scopo della psicoterapia non è quello di far “scomparire” dei sintomi disturbanti bensì quello di ritrovare un equilibrio globale. Questa ricerca deve passare attraverso una rielaborazione di quello che ha condotto nella vita precedente agli scompensi che hanno portato alla psicoterapia. [...] [ndr: le terapie brevi o focali possono avere risultati più limitati e questo va comunicato alla persona];
- lo psicoterapeuta chiederà la disponibilità a investire nel tempo; questo significa un certo lasso di tempo nel lungo periodo (mesi o anni), nell’immediato di riservare una o più ore della propria settimana per le sedute;
- verrà definita la necessità improrogabile di assumere un atteggiamento attivo nel lavoro: questo potrà significare per qualcuno l’impegno a riportare i sogni, per altri l’attenzione ai propri dialoghi interni e così via dicendo in base alla tecnica seguita.”
Cosa offre lo psicoterapeuta?
“uno o più colloqui orientativi: prima di arrivare a un impegno contrattuale definito, lo psicoterapeuta e il potenziale paziente devono conoscersi. Lo psicoterapeuta deve avere il tempo sufficiente per valutare le problematiche di chi ha di fronte, per decidere di cosa ha bisogno: è bene quindi diffidare dalle assunzioni in terapia affrettate, ad esempio per telefono o nei primi minuti del primo colloquio. Un terapeuta etico e competente avrà necessità di entrare in confidenza con il paziente. Al contrario egli dovrà assicurare al paziente il tempo necessario per avere un’idea seria di cosa si deve aspettare entrando in una psicoterapia;
- il terapeuta fornirà informazioni chiare ed esaurienti rispetto alle legittime richieste del paziente riguardo ai suoi titoli, alla natura della psicoterapia svolta, alla durata media dell’intervento (ribadendo con assoluta chiarezza che nel caso singolo previsioni non se ne possono fare), ai costi;
- il terapeuta garantirà una discrezione totale sulla psicoterapia del suo paziente […]
- il terapeuta illustrerà realisticamente i fini e i possibili risultati del suo metodo di trattamento, sgombrando il campo da facili entusiasmi o pretese miracolistiche.”
Queste interessanti e brevi indicazioni sono tratte dal libro: “Scegliere lo psicoterapeuta. Come e quando”, di Michele Novellino, Franco Angeli, Le Comete, 2002. Il volume è molto utile per chi vuole rivolgersi alla psicoterapia. Esso pone riflessioni su domande come: quand'è il caso di rivolgersi ad uno psicoterapeuta?; come orientarsi tra le diverse psicoterapie?; che cosa avviene in una seduta?; come si svolge il primo colloquio? etc. Inoltre, personalmente, ho trovato particolarmente interessante e costruttivo l'apporto di noti capiscuola della psicoterapia, ciascuno dei quali illustra, in capitoli separati, le caratteristiche principali del proprio metodo.
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