giovedì 30 marzo 2017

No, i ricercatori non hanno scoperto la causa del disturbo ossessivo compulsivo


Se è vero che vi è un’epidemia di “fake news”, stiamo anche assistendo al fatto che non vi è più spazio per una chiara attività di comunicazione degli uffici di relazione con l’esterno e social media delle università che promuovono gli ultimi risultati della ricerca dei loro professori. Alcune delle colpe ricadono sugli stessi ricercatori, che evitano appositamente una comunicazione cauta e conservatrice, proponendo, invece, iperboli comunicative e sovra-generalizzazioni.

L'ultimo esempio di “fake news” scientifica è la presunta scoperta di una singola causa del disturbo ossessivo-compulsivo (OCD). Fatto sta che non vi è necessità di andare oltre il comunicato stampa pubblicato dalla Università di Würzburg, per vedere quanto profondo sia il problema.

Chiariamo da subito che i ricercatori non hanno scoperto la causa del disturbo ossessivo-compulsivo (OCD).

Ciò che i ricercatori hanno trovato è l’assenza di una specifica proteina (SPRED2) che inibisce una via neurologica del segnale nel cervello dei topi (Ras / ERK-MAP chinasi in cascata), dopo aver creato dei comportamenti simili a quelli dell’OCD. Nei topi.

L'anno scorso, un altro gruppo di ricercatori della Duke University ha scoperto “un unico tipo di recettore per il neurotrasmettitore glutammato nel cervello come responsabile di una serie di sintomi simili all’OCD nei topi.” Ma non hanno lavorato sulla SPRED2, il loro lavoro è stato sulla SAPAP3 - una proteina completamente diversa.

Ci sono, infatti, vari gruppi di ricerca che stanno lavorando su diverse serie di modelli murini per favorire la comprensione dei comportamenti dell’OCD. E' un’area di studio molto complessa, che sta dando alcuni promettenti risultati iniziali.

Nel caso della news sanitaria in esame, nella consueta attività di divulgazione, ciò che è andato completamente perso nella trasposizione di questa complessa area di studi, è che allo stato attuale il lavoro è stato condotto solo sui topi – non sugli esseri umani. Quando modelli murini sono tradotti nell’esperienza umana, il più delle volte essi non funzionano. Troverete numerose cautele nei comunicati stampa, invece, non vi è stata alcuna cautela nella comunicazione mediatica mainstream di questa ricerca basata sul comunicato stampa dell’ufficio di relazione con l’esterno dell’università.

In realtà, è che proprio non si trova alcuna cautela di sorta nel comunicato stampa originale sulla scoperta dei ricercatori. Non una sola parola circa la generalizzabilità dei risultati per gli esseri umani, o su come il lavoro dei ricercatori possa allinearsi con risultati di altre ricerche sulle diverse proteine che hanno a che fare con comportamenti simili nei topi.

Il problema è come far passare delle notizie corrette attraverso il clamore mediatico 

Robert Emmerich - che ha scritto il comunicato stampa dell'Università di Würzburg -, ha costruito ad arte una tale affermazione, audace e troppo generalizzata, dei risultati ottenuti dai loro ricercatori, ovvero: l’aver trovato l'unica, vera causa del disturbo ossessivo compulsivo – questo è parte del problema. Mr. Emmerich non è uno scienziato, lui è semplicemente un editor e scrittore impiegato dall'Università di Würzburg per garantire che tutto ciò che scrive venga preso in considerazione dai tradizionali organi di informazione.

La sfida di Mr. Emmerich, nella stesura dei suoi comunicati, è quello di raccogliere il maggior consenso mediatico, ed è una sfida che cresce ogni giorno, così come Internet si satura sempre più di nuove scoperte da parte di ricercatori che hanno definitivamente trovato qualcosa di NUOVISSIMO e che deve essere notato. I ricercatori sono sotto pressione dalle loro istituzioni per garantire che il lavoro che stanno facendo è rilevante, e metaforicamente, possono essere venduti al pubblico come un insieme di beni intellettuali.

Questi “beni”, se adeguatamente promossi aumenteranno la reputazione e la statura dell'università. “Sì, siamo l'università che ha scoperto la vera causa del disturbo ossessivo compulsivo!”

Non solo i legittimi ricercatori devono lavorare sodo per le università tradizionali per far si che il proprio lavoro sia pubblicato (e poi pubblicizzato), ma sempre più essi devono competere contro gente comune che semplicemente se ne occupa al solo scopo di ottenere visite al proprio sito web (per spinegere entrate ricavate dalla pubblicità o dalle vendite nelle loro tasche).

Di certo non aiuta quando il canale mainstream, rigurgita uno scadente comunicato stampa dell'Università di Würzburg, e ripete la stessa affermazione priva di fondamento:
 
  • Cause of obsessive-compulsive disorder discovered – Science Daily
  • German Researchers Discover Cause of OCD – Teen Vogue
  • Scientists uncover cause of obsessive-compulsive disorder – UPI
  • Scientists Found Underlying Cause of Obsessive-Compulsive Disorder – Nature World News
  • Obsessive-Compulsive Disorder Behaviors Linked To Missing Protein In The Brain – Medical Daily
 
Non esiste una risposta facile al problema di come spiegare la complessità del mondo scientifico in modo semplice e con le appropriate precauzioni del caso. Non v'è alcuna ricompensa per gli uffici dei media universitari, se frenano il loro entusiasmo per il lavoro dei loro ricercatori, e c'è poco vantaggio per le redazioni di notizie mainstream nel filtrare i loro titoli per riflettere più accuratamente la verità. Le società di notizie mainstream, tuttavia, hanno la responsabilità sul loro pubblico per cominciare a mettere in discussione i comunicati stampa provenienti da università e vale la pena di spendere due minuti per fare una ricerca su Google (come ho fatto io) e porre quindi la nuova ricerca nel contesto più appropriato.

Non è così difficile. E 'qualcosa che si usa chiamare il buon giornalismo.

riferimenti:

  1. The title of the actual study, “OCD-like behavior is caused by dysfunction of thalamo-amygdala circuits and upregulated TrkB/ERK-MAPK signaling as a result of SPRED2 deficiency” gives away the truth. This isn’t necessarily the same obsessive-compulsive disorder as it is defined in adults — it is “OCD-link behavior”… in mice.
 Tradotto e adattato, originale su: Psychcentral
 






giovedì 23 marzo 2017

C'è davvero un legame tra l'avere un gatto e la malattia mentale? Finalmente una nuova ricerca dimostra: probabilmente NO.



Nel corso degli ultimi anni, i gatti hanno sempre attirato l'attenzione dei media a causa di una serie di studi scientifici che riportano che l’infezione da Toxoplasma gondii (T. gondii) sia collegata con problemi di salute mentale, tra cui la schizofrenia, il suicidio e il disturbo esplosivo intermittente. Dal momento che i gatti sono gli unici animali domestici che possono essere ospiti definitivi del parassita T. gondii - ovvero l’organismo dei gatti fornisce un ambiente all'interno del quale questo parassita si può riprodurre – si è spesso ipotizzato che l’avere un gatto a casa possa mettere le persone a maggior rischio di malattia mentale, a causa di una maggiore esposizione.
Tuttavia, solo pochissimi piccoli studi hanno trovato prove a sostegno di un legame tra possedere un gatto e disturbi psicotici, come la schizofrenia. E la maggior parte di queste ricerche hanno gravi limitazioni. Per esempio, essi si basano su piccoli campioni, non specificano come sono stati selezionati i partecipanti, e non descrivono adeguatamente la presenza di dati mancanti e le spiegazioni alternative. Questo spesso può portare a risultati che nascono dal caso o sono di parte.
Per affrontare queste limitazioni, abbiamo condotto uno studio utilizzando i dati di circa 5.000 bambini che, tra il 1991 e il 1992, presero parte ad un importante studio longitudinale di genitori e bambini chiamato ufficialmente Avon Longitudinal Study of Parents and Children. Da allora, questi bambini e le loro famiglie sono state seguite allo scopo di raccogliere informazioni sulla loro salute, nonché sulle loro condizioni demografiche, sociali ed economiche.

Quindi, a differenza di studi precedenti, siamo stati in grado di seguire le persone nel corso del tempo, dalla nascita alla tarda adolescenza, e affrontare una serie di limitazioni delle ricerche precedenti, tra cui il controllo per spiegazioni alternative (quali il reddito, occupazione, etnia, altri proprietari dell'animale domestico e sovraffollamento) e abbiamo tenuto conto dei dati mancanti.

Abbiamo studiato se le madri che possedevano un gatto durante la gravidanza; quando il bambino aveva quattro anni; e 10 anni, avessero una maggiore probabilità di avere figli che, ai 13 anni e ai 18 anni di età, riferissero sintomi psicotici come paranoia o allucinazioni. Anche se la maggior parte delle persone che soffrono di sintomi psicotici durante l'adolescenza non sviluppano disturbi psicotici nel corso della vita, questi sintomi spesso indicano un aumento del rischio di tali disturbi e altre malattie mentali, compresa la depressione.

E DUNQUE I GATTI SONO DAVVERO RESPONSABILI DI ALCUNE MALATTIE MENTALI? PROBABILMENTE NO.


Abbiamo scoperto che i bambini che sono nati e cresciuti in famiglie in cui erano presenti gatti in un qualsiasi periodo di tempo - cioè, tra la gravidanza, l’infanzia precoce e tardiva - non erano a più alto rischio di avere sintomi psicotici all’età di 13 o 18 anni. Questa scoperta, ricavata da un ampio campione rappresentativo, non è cambiata quando abbiamo usato tecniche statistiche per tenere conto dei dati mancanti e le spiegazioni alternative. Ciò significa che è improbabile che i nostri risultati abbiano una spiegazione dovuta al caso o siano polarizzati.

Anche se questo risultato è rassicurante, non vi sono, invece, prove che collegano l'esposizione a T. gondii in gravidanza al rischio di problemi di aborto spontaneo e di nati-morti, o di salute del bambino. Nel nostro studio, non siamo riusciti a misurare direttamente l'esposizione a T. gondii, quindi le donne incinte - si consiglia - dovrebbero continuare ad evitare la manipolazione di lettiere per gatti sporche [oppure usando guanti n.d.r.] e altre fonti di infezione da T. gondii, come carni crude o poco cotte, o frutta e verdura non lavata . Detto questo, i dati dal nostro studio suggeriscono che possedere un gatto durante la gravidanza o nella prima infanzia non rappresenta un rischio diretto per la prole allo sviluppo di sintomi psicotici nella vita.

Tradotto e adattato da: the conversation


Nella foto mamma Lial, il piccolo Sean e la gatta Panda, che per nove mesi ha dormito sulla pancia della donna e che ora protegge il neonato.

martedì 14 marzo 2017

Lettera agli amici che sono spariti a causa della mia malattia mentale

















Ringraziarvi. A dire il vero la sola cosa che posso fare. Vi ringrazio per essere stati parte della mia vita nel tempo che mi siete stati vicini, e vi ringrazio per esservene andati e avermi reso una persona più forte. Si, una delle cose più difficili del convivere con la malattia mentale, è quella di vedere le persone uscire costantemente dalla tua vita, ma allo stesso tempo di avere l'opportunità di riconsiderare il valore delle tue relazioni. Se non siete in grado di avere a che fare con me nei miei momenti peggiori, allora non meritate neanche di esserci nei miei momenti migliori.

Vorrei farvi sapere che la malattia mentale è reale. Il cervello è un organo meraviglioso, capace di compiti importantissimi, ma come ogni altro organo del nostro corpo si può ammalare. Il punto è che se la mente si ammala ci possono volere anni prima che la malattia si manifesti. E quando alla fine la malattia è evidente, si può essere capaci di minimizzare il dolore senza che nessuno lo noti. Dopo però, tutto il dolore soppresso così a lungo torna indietro come un boomerang. Per chi ti sta intorno, può sembrare un cambiamento improvviso, un giro a 360° in un tempo brevissimo. E invece era già lì da tanto, e affondava il pugnale sempre più a fondo.

Ad un certo punto la depressione è così grave che alzarsi dal letto e lavarsi i denti è un traguardo. Mangiare tre volta al giorno è pressocchè impossibile, e stare al passo con i compiti scolastici una sfida. Conservare le amicizie quando non riesci ad alzarti dal letto e lavarti i denti è difficilissimo.

Non mi aspetto che capiate come mi sento, anche perchè potreste non aver mai provato l'esperienza della malattia mentale, ma esserci in certi momenti è davvero importante. E invece non c'è più nessuno al mio fianco. E' per la malattia mentale? O perchè tutti hanno traslocato? Non lo so.

Quello che so però è quanto sia difficile non aver accanto a te le persone che sono state le tue migliori amiche e amici. Quello che so è che la malattia mentale non mi definisce come persona. Quello che so è che non annullerò me stessa per la malattia mentale o mi autoflagellerò per gli amici persi. Celebrerò i piccoli traguardi che raggiungerò ogni giorno. Continuerò a prendermi cura di me stessa. Cercherò aiuto quando ne avrò bisogno. Non lascerò che lo stigma della malattia mentale vinca."

Testimonianza tradotta e adattata da: themighty.com

martedì 7 marzo 2017

Psicoterapia psicodinamica – c’è molto di più che sdraiarsi su un divano a parlare della propria infanzia.



Alcune persone pensano che la psicoterapia psicodinamica tiri avanti a forza di raccontare fandonie. Questa terapia, che ha avuto origine dalla scuola freudiana della psicoanalisi, è spesso raffigurata come elitaria, costosa, vecchio stile e inefficace. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC), al contrario, è ritratta come evidence-based, moderna, rapida e conveniente.

C’è molta letteratura che mostra che la TCC può aiutare le persone con depressione lieve o moderata o ansia. Il risultato è che la TCC è diventata un po’ come il paracetamolo per problemi psicologici.

Tuttavia, quando si tratta di problemi psicologici più profondi, la nuova ricerca suggerisce che la psicoterapia psicodinamica - dove terapeuta e paziente formano una relazione terapeutica, in cui quest’ultimo comincia a pensare e a capire le relazioni passate e presenti con gli altri, considerando nuove modalità di rapportarsi con le persone - può essere efficace. Non si tratta affatto di fandonie.


L’offerta di soluzioni rapide

Dal 2008 migliaia di nuovi terapeuti cognitivo-comportamentali sono stati formati per fornire un trattamento a centinaia di migliaia di persone. Questi servizi ora sono di solito il primo approdo per chi va dal proprio medico lamentando problemi psicologici.

Si dice che vi siano più di 500 tipi diversi di psicoterapia, che potrebbero soddisfare persone diverse, in tempi diversi e per diversi motivi. Questo fattore, però, ha finito per mettere la TCC su un piedistallo e la scelta del paziente si è molto ristretta.

La TCC tende ad essere effettuata a partire da 6 fino a 12 sedute settimanali ed è offerta vis a vis (faccia a faccia), per telefono o attraverso un programma per computer. Questo mi ricorda "La notte gourmet" a Fawlty Towers 1 , quando c'erano solo tre opzioni del menu: anatra all'arancia, anatra con ciliegie o "anatra a sorpresa". Basil Fawlty sottolineava ironicamente: "Se non ti piace l'anatra, sei piuttosto bloccato!"

Alcuni servizi hanno ora ampliato la loro offerta per includere altre terapie rapide, come ad esempio una breve versione di psicoterapia psicodinamica chiamata terapia interpersonale-dinamica, che implica 16 sedute individuali per il trattamento dei disturbi dell'umore come la depressione. Ma quando le persone hanno problemi molto complessi, probabilmente avranno bisogno di una forma di terapia più lunga.


Non è abbastanza buona per le linee guida del NICE (National Institute for Health and Care Excellence: Istituto Nazionale per la Salute e l’Eccellenza Clinica)[2].

La psicoterapia psicodinamica è disponibile nei centri NHS (National Health Service: Sistema Sanitario Inglese) della Tavistock Clinic di Londra, dove i pazienti possono essere seguiti per un anno e qualche volta anche per più tempo. In altre zone, la disponibilità tende ad essere più scarsa e le liste di attesa si allungano.

Il motivo per cui non si è considerato che la psicoterapia psicodinamica, ed altri tipi di psicoterapia, funzionassero così come la TCC, è perché, anche se è presente letteratura in merito, essa è stata il tipo di ricerca sbagliata per il NICE (l'agenzia responsabile per decidere se i nuovi farmaci e trattamenti dovrebbe essere finanziato dal NHS).

Il NICE ha come priorità di ricerca studi clinici controllati e randomizzati che mettono a confronto l’efficacia di un tipo di terapia rispetto ad un trattamento standard di corrente uso. La ricerca che raffronta i trattamenti tra loro, o che prende in esame un tipo di terapia nel tempo, non è apprezzata dal NICE, anche se questo approccio gerarchico di valutazione della ricerca ha i suoi critici, sia all'interno che all'esterno del campo della psicoterapia.

Uno studio gold-standard 

La nuova ricerca è il primo studio randomizzato controllato di psicoterapia psicodinamica nel servizio sanitario nazionale (in parte finanziato dalla fondazione di beneficienza della Tavistock Clinic) per gli adulti con depressione grave di lunga durata.

I 129 pazienti che hanno accettato di partecipare allo studio avevano già trovato gli antidepressivi - e in alcuni casi la TCC - di nessun aiuto. Questo tipo di depressione è talvolta chiamata "resistente al trattamento ".

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere un trattamento di psicoterapia psicodinamica o il trattamento standard (treatment -as-usual TAU); essi sono stati trattati per 18 mesi e seguiti successivamente con controlli periodici per due anni.

I risultati hanno mostrato che, quando la terapia si è conclusa dopo 18 mesi, i pazienti nel gruppo di trattamento non avevano maggiore probabilità di miglioramento rispetto al gruppo di controllo. Tuttavia, due anni più tardi, un numero significativamente maggiore di persone erano migliorate nel gruppo trattato rispetto al gruppo di controllo.

La maggior parte della ricerca in psicoterapia non riesce a seguire i pazienti per un periodo di tempo così lungo. Un recente studio randomizzato controllato, ha utilizzato la TCC per la depressione resistente al trattamento, trovando che la TCC è utile per questo tipo di depressione. Tuttavia, la TCC in questo studio è stata insolitamente lunga (18 sessioni), la gravità della depressione era leggermente inferiore a quella dello studio con psicoterapia psicodinamica, ed i pazienti hanno effettuato successivi controlli periodici per un solo anno.
Poiché la depressione resistente al trattamento è a lungo termine - qualche volta può esserlo per l’intero corso della vita - ed è una condizione che rischia di tornare, controlli più a lungo termine, nel corso degli studi, sono fondamentali per capire quale impatto abbiano le diverse terapie, non solo mentre il paziente è in terapia, ma anche negli anni successivi.

La psicoterapia psicodinamica non è una soluzione rapida. Al termine del trattamento, il paziente potrebbe aver bisogno di tempo per mettere in pratica ciò che ha imparato, quindi è dopo la fine della terapia che ci si può aspettare di vedere la vita dei pazienti in graduale miglioramento. Se la psicoterapia psicodinamica porta a miglioramenti due anni dopo la fine del trattamento, invece che nel corso della terapia, come suggeriscono i risultati del nuovo studio, il suo potenziale come terapia, che potrebbe fornire risultati di lunga durata, rispetto a cambiamenti transitori, dovrebbe essere interessante per i pazienti in cerca di aiuto.


Occorre mettere fine alle caricature

Una recente review, che ha esaminato tutte le ricerche pertinenti la psicoterapia psicodinamica, sostiene anche l'idea che questo tipo di terapia potrebbe aiutare le persone con una serie di difficoltà psicologiche tra cui la depressione, ansia e disturbi alimentari.

Ciò non significa che la psicoterapia psicodinamica ora debba essere offerta a tutti. Poiché è un trattamento lungo e più complesso e non potrebbe andare bene nel modello convenzionale dell’NHS, che si basa sulla fornitura di terapie brevi per il mercato di massa, effettuate da terapeuti la cui formazione, e quindi il tempo, costa molto meno di uno psicoterapeuta psicodinamico. Ma ciò significa che alcune delle caricature tradizionali inerenti la psicoterapia psicodinamica vanno riconsiderate, in particolare l'idea che questo tipo di terapia non funziona.

E’ importante che ai pazienti sia offerta una vera e propria scelta della terapia al momento giusto, in particolare per le persone le cui difficoltà sono di lunga data, complesse e gravi, dove un approccio che proponga una rapida soluzione è meno probabile che funzioni e potrebbe anche indurre le persone a smettere di cercare aiuto.

Articolo tradotto e adattato da: theconversation


***
[1] Fawlty Towers è una notissima sit-come britannica trasmessa negli anni settanta dal canale televisivo BBC2.

[2] L'Istituto Nazionale per l'Eccellenza Clinica (National Institute for Clinical Excellence, abbreviato come NICE) è stato fondato nel 1999 con la qualifica di Autorità Speciale per la Salute per l'Inghilterra ed il Galles. L'Istituto fa parte del Sistema Sanitario Nazionale Inglese (NHS). Si occupa dell'analisi della letteratura in campo medico e tecnologico biomedico, con particolare interesse per la valutazione del rapporto costo/efficacia. Il NICE pubblica Linee Guida.